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Un amico, al quale riconosciamo una vasta ed eclettica cultura, durante una simpatica cena intervallata dalla solita animata discussione tra commensali, stigmatizzava l’impegno di studiosi e ricercatori del Lotto scientifico affermando che, in realtà, non sarà mai possibile prevenire il caso; i fenomeni aleatori hanno, per definizione, questa indeterminatezza di fondo per cui (era la sua considerazione conclusiva) si può definire tempo perso quello impiegato nello studio del fortuito. Siccome siamo legati a quel tale da antica e fraterna amicizia, siamo anche, già "a priori", disposti a perdonare certe affermazioni che sanno di corbelleria, visto il momento di scarsa lucidità in cui le ha espresse, offuscato dai fumi dell’ottimo vino che innaffiava le squisite e numerose vivande, e visto pure che le sue occupazioni sono di tutt’altro genere e, sicuramente, egli non avrà mai avuto il tempo necessario per approfondire l’argomento.
Non siamo in alcun modo disponibili, però, a lasciare senza idonea risposta certi ragionamenti, figli di superficialità ed improvvisazione, perché faremmo grave torto a tutti i Lottoamatori. Gli appassionati del Lotto sanno benissimo che l’aleatorio è l’esatto opposto del determinato; essi sono anche assolutamente convinti che i fenomeni casuali seguono le leggi di probabilità e non quelle del determinismo classico della Scienza. Ma, proprio perciò, sono pure ben consci delle difficoltà e preparati a ciò che li aspetta nello studio di quei fenomeni.
Chi si impegna nello studio di questa difficile materia, insomma, ci pare si trovi nella stessa situazione di Socrate (con tutti i doverosi distinguo ed il dovuto rispetto per il grande filosofo dell’antica Grecia): è notissima la frase del famoso personaggio in risposta ai Sofisti che gli rimproveravano d’essere un povero ignorante. Non conosciamo l’originale affermazione in Greco, anche perché il filosofo non lasciò nulla di scritto; gli studiosi Latini la interpretarono così: "Scio nihil scire; sed quoniam scio nihil scire, scio !". Forbita di tutta la sottigliezza ironica di Socrate, nella nostra lingua è "So di non sapere niente; ma proprio perché so di non sapere niente, almeno una cosa io la so: so di non sapere !" …. (….Tralasciamo opportunamente le neanche troppo velate e sottintese conclusioni del sillogismo……). Ci piace, inoltre, riportare la prefazione al magnifico opuscolo di Marcel Boll "Le certezze del caso" – Garzanti editore; è lo stesso Autore che parla:
"A prima vista l’accoppiamento del caso con la certezza può sembrare una sfida al buon senso: l’aleatorio è grammaticalmente l’opposto di indubitabile, come piccolo di grande, freddo di caldo, nero di bianco …. Potremmo allungare all’infinito una simile elencazione presa da quel linguaggio abituale il cui carattere principale è di essere ingenuamente qualitativo, dal momento che procede per affermazioni o negazioni. Il linguaggio scientifico, invece, giunge ad una sensibile graduazione per ogni qualità, in virtù di misure delle quali troppo spesso si ha l’abitudine di sminuire la precisione e la portata. Strettamente parlando tutto quello che ci circonda è fortuito; tutto si gradua tra la certezza e l’impossibilità. CERTEZZA: Voi dite ad un amico "Domani a quest’ora io sarò a casa.".
MISURA della CERTEZZA: Voi avete quarant’anni. Le tabelle di mortalità dicono che avete una probabilità su 92 di morire entro i prossimi 365 giorni, quindi una probabilità su 33.580 di essere morto entro 24 ore. Se altri impedimenti non entreranno in gioco il vostro progetto ha 33.579 probabilità su 33.580 di compiersi.
IMPOSSIBILITA': Sentite dire da qualcuno "Ho comperato l’ultimo biglietto della Lotteria; poiché sono sicuro di vincere il primo premio.".
MISURA dell’IMPOSSIBILITA': C’è un primo premio e 999.999 biglietti (ammesso che se ne siano venduti soltanto un milione – n. d. r.) che non guadagnano i cinque milioni (oggi si parlerebbe di miliardi – n. d. r.). L’affermazione che è stata pronunciata ha una probabilità su un milione di tradursi in realtà. Essa è molto "più possibile" di quanto l’altra fosse sicura: alla vigilia dell’estrazione di una serie della Lotteria, ogni possessore di biglietto corre 30 volte di più il rischio di morire di quante possibilità abbia di guadagnare il primo premio … Quanti dei nostri atti sono guidati da regole di condotta così precise?
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